Diritti, doveri e sogni a San Marino – di Francesco Chiari

0
116

Riconquistiamo quella capacità diplomatica e quella leva contrattuale che ci ha resi unici nella storia, attraverso la neutralità.” – di Francesco Chiari

Ho detto sogni, non utopie.

Certo oggi è più difficile sognare di un tempo, o forse no? Forse oggi i sogni sono molto più stereotipati e banali, ridotti al conseguimento di ciò che una parola moderna sintetizza perfettamente: “riccanza” che suona come il risultato della somma delle parole ricchezza ed arroganza; poco conta come la si ottenga.E invece no! Conta eccome. Il sogno può essere vile o virtuoso e se ben concepito, un sogno altro non è che il preludio ad una delle realtà possibili.

Ma non è solo una questione di esperienza, il sogno infatti va coltivato, va perseguito ed è sano a parer mio che mantenga quel poco di magico, di variabile, per essere un vero sogno, potendo così infine diventare un sogno comune.

Occorre però uno sforzo, un ritrovato senso di unità, l’abbattimento delle barriere sociali, politiche e partitiche che oggi più che mai sono anacronistiche in un piccolo territorio che deve poter contare sulla propria agilità e non sulla propria corazza.

Abbandoniamo quel senso di inadeguatezza, frutto a parer mio, di un perduto spirito di sacrificio e ritorniamo nuovamente ad essere “noti a noi e anche a tutti gli altri” per la nostra operosità, per la nostra capacità di innovare e di aprire attività competitive in Europa e nel mondo che portino gettito e occupazione.

Coltiviamo un’economia reale, sana e diversificata, dove ci siano pure le criptovalute e gli NFT, ma certamente non si punti solo su questi.

Dobbiamo capire che è normale, anzi giusto, aspettarsi sempre meno gente di dubbia reputazione che viene ad imboscare capitali di dubbia provenienza e si lavori insieme perché arrivino invece sempre più imprenditori seri.

Dobbiamo capire che è normale, anzi giusto, ridimensionare la nostra PA e rilanciarla rendendola virtuosa, molto più simile ad un’azienda privata.

Dobbiamo capire che è normale, anzi giusto, che il privilegio oggi sia quello di poter lavorare dignitosamente per guadagnare adeguatamente e non guadagnare molto lavorando poco. Solo così è possibile mantenere lo stato di welfare e aliquota che ad oggi sono gli unici due baluardi che ci ricordano “gli anni d’oro del grande Titan” (questa la capiranno in pochi, ma tant’è)

Se capiamo tutto questo, potremo risalire la china in un solo decennio, grazie alle nostre piccole dimensioni, che al giorno d’oggi possono essere una risorsa, se utilizzate bene, e non un limite.

A tal proposito esiste una nuova, fiorente letteratura sul futuro dei “piccoli stati” intesi come “città stato” virtuose, in grado di interagire col mondo e non come porti di mare off-shore arroccati su loro stessi.

Per questo è fondamentale ristabilire un giusto equilibrio con l’Italia ed instaurare un sano rapporto con l’Europa, liberandosi da quella sindrome di Stoccolma che troppo spesso ci lega al belpaese.

Riconquistiamo quella capacità diplomatica e quella leva contrattuale che ci ha resi unici nella storia, attraverso la neutralità. Siamo stati capaci di dire no a Napoleone ma non siamo capaci di politiche energetiche autonome, che non somiglino a quelle di Ronco Fritto.

Impariamo dalla storia ma cancelliamo i falsi storici per scrivere un futuro radioso evitando che i nostri figli pensino che Mazzini e i mazziniani siano “quella roba lì”.

Restituiamo alla parola Politica il suo vero significato.

La Politica non comincia e non finisce, si vive e basta.

La Politica è alzarsi al mattino con la voglia di essere la persona che vorresti incontrare al supermercato, al lavoro, in palestra o a teatro.

La Politica è andare a dormire sentendosi a posto con gli altri e con se stessi.

La Politica è abbattimento di barriere culturali e sociali, non è rissa in Parlamento.

La Politica è costruzione per andare avanti, non dietrologia per guardarsi indietro.

La Politica è amore per la propria terra e il proprio popolo, non è politica dell’orticello.

La Politica è buona e necessaria alla comunità, sono alcuni uomini o a volte la maggior parte di essi a renderla malefica.

Vivere la Politica con la P maiuscola è l’unico modo per spazzare via quella con la p minuscola.

Francesco Chiari