Delegazione canadese e ANPI ospiti della CSdL: ricordato il sacrificio di tanti soldati caduti per sconfiggere il nazifascismo

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Con grande emozione la CSdL ha incontrato ieri presso la propria sede una delegazione di cittadini canadesi, famigliari di soldati che hanno combattuto nelle truppe alleate per la liberazione della città di Rimini. Presenti alle celebrazioni per ricordare la cacciata dei nazifascisti dalla città romagnola, sono stati accompagnati da una delegazione dell’ANPI di Rimini, guidata dalla Presidente Silvia Zoli. Per la CSdL erano presenti all’incontro il Segretario Generale Enzo Merlini, assieme ai dirigenti e funzionari della Confederazione e delle Federazioni, con la partecipazione dello storico sammarinese Verter Casali.

Per la delegazione canadese, Claude Dallaire ha ricordato il padre Lucien, che ha combattuto in Italia tra il novembre 1943 e il gennaio 1945; ferito gravemente, successivamente fu rimpatriato. Non era stato facile per lui, come per tanti altri soldati tornati a casa, raccontare la guerra ai propri familiari; il dolore era troppo forte per l’enorme trauma subito in quella drammatica esperienza.

Ha fornito alcune informazioni sul sistema istituzionale del Quebec, dove abita ed è stato attivista sindacale; si tratta di uno stato del Canada che conta circa 8 milioni di abitanti nel quale la lingua ufficiale è il francese, a cui vanno aggiunti altri 30 milioni di cittadini canadesi anglofoni. Claude ha sottolineato come il Quebec sia lo stato più progressista ed avanzato nella distribuzione della ricchezza e dei servizi sociali.

France Pitre, altra componente della delegazione canadese, ha dichiarato: “La prima cosa che ho detto quando sono arrivata qui, è che ero molto orgogliosa di ciò che mio padre e gli altri soldati canadesi avevano realizzato in Italia”. Il padre Rosario combatté in una delle battaglie più cruente della seconda guerra mondiale; molti uomini delle truppe alleate hanno perso la vita.

La Presidente dell’ANPI Rimini Silvia Zoli ha ringraziato la CSdL per l’ospitalità. Ha ricordato il sacrificio di tanti soldati di varie nazionalità che sono morti lontano dalla loro patria per combattere i nazifascisti. Colpisce, ha detto, il fatto che al cimitero militare di Coriano, dove sono sepolti anche 400 militari canadesi, vi siano le tombe di tanti ragazzi giovanissimi.

Ha quindi sottolineato il valore delle iniziative organizzate dal comune di Rimini in collaborazione con l’ANPI per tenere sempre viva la memoria, soprattutto nei giovani, dell’orrore della guerra e del nazifascismo. Una iniziativa presso il Teatro Galli ha coinvolto centinaia di ragazzi delle scuole. Sono state attivate forme di comunicazione più moderne, come i podcast, per trasmettere ai giovani il patrimonio storico e i valori dell’antifascismo, fondamento del sistema democratico in Italia, così come a San Marino.

In queste celebrazioni è stato ricordato il grande contributo dato dal popolo sammarinese che ha ospitato complessivamente circa 100mila sfollati del riminese e delle zone circostanti durante l’avanzata degli alleati verso e oltre la linea gotica. Questo grande atto di solidarietà collettivo è stato evidenziato sia dai relatori, sia dalle testimonianze dirette delle persone che hanno vissuto quel tragico periodo. I sammarinesi hanno aiutato gli sfollati anche nel loro sostentamento.

Colpisce, ha affermato la Presidente dell’ANPI, il fatto che nel Titanus Museum viene ricordata l’accoglienza degli sfollati della guerra senza una particolare enfasi, come se fosse stato un atto del tutto naturale. Ha quindi sottolineato il valore della neutralità e della diplomazia, che San Marino ha utilizzato in tutto l’arco della sua storia per conservare la sua indipendenza; diplomazia che i potenti di oggi non usano più.

Il Segretario CSdL Enzo Merlini, che ha partecipato sabato alle iniziative a Rimini per l’80 anniversario della liberazione della città, si è detto piacevolmente sorpreso oltre che compiaciuto del riconoscimento verso lo Stato di San Marino: un grande atto di solidarietà di cui, invece, nel nostro paese si parla troppo poco.

Lo storico Verter Casali ha raccontato agli ospiti canadesi e dell’ANPI un ampio tratto della storia della Repubblica, tra cui il periodo fascista. Ha evidenziato che il fascismo sammarinese è stato simile a quello italiano per i metodi usati – violenze e intimidazioni, pur senza uccisioni – ma diverso per le finalità; se il movimento creato da Mussolini aveva un carattere rivoluzionario, quello sammarinese si poneva come obiettivo il ritorno al passato, ovvero alla restaurazione dell’oligarchia dominante prima del 1906, anno in cui con la riunione dell’Arengo si tornò alla democrazia.

Nel 1943, gli effetti diretti del conflitto si sono estesi anche al nostro paese, per la vicinanza della linea gotica (la Repubblica era collocata al di sopra di essa, quindi attorniata da un territorio controllato dai nazifascisti), e per i bombardamenti delle zone confinanti. Alcuni mesi dopo il 28 luglio 1943, data che ha segnato la caduta del fascismo, i nazisti sono arrivati dentro il territorio sammarinese.

Significativo è stato il tributo in vite umane; il bombardamento dell’aviazione inglese del 26 giugno 1944 ha provocato la morte di 60 persone. Complessivamente, nelle azioni di guerra avvenute in territorio, hanno perso la vita circa duecento persone, in parte sammarinesi e in parte sfollati. Il 17 settembre 1944 gli alleati hanno messo fine al conflitto armato all’interno dei confini di San Marino.

Lo stesso Verter Casali ed Enzo Merlini hanno ricordato, nel contesto della guerra, la nascita della CSdL il 3 settembre 1943; si è trattato di uno dei primi atti del governo provvisorio seguito alla caduta del fascismo, che ha incaricato il dirigente socialista Gino Giacomini di rifondare il sindacato democratico, sciolto durante il ventennio. È stata quindi ribadita la radice antifascista della Confederazione del Lavoro, all’epoca unica espressione di tutte le componenti del sindacalismo democratico sammarinese, che fin dalla sua nascita difende e promuove la democrazia nel nostro Paese. Nel mondo, fin troppi esempi dimostrano che non la si può ritenere acquisita per sempre.

CSdL