E’ arrivato il momento del voto in Senato sul calendario della crisi di governo che è stato approvato a maggioranza ieri dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. In Aula ha parlato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, tra le accese proteste, i fischi, il vociare da parte dei senatori del Pd. Il vicepremier ha iniziato il suo intervento parlando, ironicamente, della convocazione straordinaria del Senato che ha costretto i parlamentari a interrompere le ferie.
LA DIRETTA DAL SENATO
Un ping pong di reazioni, tra applausi, cori e proteste espresse finora dai senatori del Pd, (alcuni in piedi) da un lato dell’emiciclo del Senato, e dal lato opposto da quelli della Lega. In silenzio e fermi al loro posto, gli altri senatori.
“La Lega conferma quello che abbiamo ribadito alla conferenza dei capigruppo – ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama -: chiediamo all’Aula di votare un calendario diverso. Crediamo che per la crisi politica in atto sia necessario votare la nostra mozione di sfiducia domani alle ore 16 per rispetto” alle celebrazioni che si terranno domani a Genova nell’anniversario del crollo del ponte.
“Noi proponiamo che la mozione di sfiducia” al premier Giuseppe Conte “sia votata in coda al calendario, chi è vera opposizione dimostri di esserlo”: così in Aula al Senato Anna Maria Bernini, capogruppo di Fi. “Noi siamo qui in 55 e siamo qui per votare subito questa mozione. C’è chi “invece sta preparando nuovi progetti assolutamente contrati alla volontà popolari. La vera barzelletta sarà quando partito di Bibbiano e del vaffa day si metteranno insieme per governare l’Italia. Ci sarà da ridere”.
Ritirare i ministri? “No, perché mai. Ora parlo in Aula e sentirete”, aveva detto Salvini prima di intervenire a Palazzo Madama. “Oggi mi avete mandato dal notaio con Berlusconi… io sono stato al ministero tutto il tempo”.
Fonte ANSA