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Grandoni: io voto DC, come sempre

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Uno dei più noti immobiliaristi sammarinesi prende carta e penna e stupisce tutti dichiarando pubblicamente a chi andrà la sua preferenza al ballottaggio di domenica prossima.

“Considerate le voci insistenti che mi attribuiscono un ruolo attivo a sostegno di una delle parti politiche impegnate nella prossima tornata elettorale – scrive Grandoni –  ritengo opportuno precisare quanto segue.Tali voci sono del tutto infondate e create ad arte a fini politici da coloro che devono trovare degli espedienti per giustificare le proprie scelte e posizioni.

Certamente non ho alcuna preclusione verso alcuna forza politica.

Tuttavia, poiché ritengo siano necessari provvedimenti urgenti per uscire dalla perdurante crisi economica che pesa enormemente su aziende e famiglie, penso che una classe politica di comprovata esperienza e la continuità dell’azione di governo siano senza dubbio condizioni necessarie per dare al paese risposte concrete e consentire una più rapida ripresa economica.

Per questa ragione ritengo opportuno sostenere la coalizione San Marino Prima di Tutto capeggiata dalla Democrazia Cristiana, partito al quale storicamente appartengo”.

C’è stupore in tutto il Paese per questa posizione eclatante, anche se nella lista della DC aveva stupito a suo tempo la presenza tra i candidati di Grandoni Edoardo, suo familiare. Quindi, a ben guardare non ci dovrebbe essere nulla di cui stupirsi.

Ma Marino Grandoni, immobiliarista e banchiere, non è uno che si espone così platealmente se non ci sono ragioni forti. L’aveva fatto solo un’altra volta negli ultimi vent’anni, per negare i suoi interessi nel Polo della moda. Invece, in occasione del referendum per il Polo, è in prima fila a sostenere le ragioni della sua realizzazione. Il progetto, come è noto, era stato “sposato” dall’ex Segretario al Territorio Antonella Mularoni, esponente di spicco di AP, che l’aveva portato avanti con determinazione attraverso tutti gli ostacoli. Tra l’altro, convincendo alle ragioni del Polo tutto l’arco parlamentare della passata legislatura, da Sinistra Unita a Civico 10, Upr, Socialisti e, naturalmente, tutti i partiti della ex maggioranza. Eccetto Rete e i due Consiglieri indipendenti Luca Lazzari e Federico Pedini Amati.

Il referendum sappiamo tutti come è andato a finire: vinto dal governo e tutti gli altri per una manciata di voti. Poi, in campagna elettorale per il primo turno, il governo, Grandoni e il gruppo promotore del Polo, con Borletti in prima fila, si sono presentati in bella mostra per la posa della prima pietra. Hanno vinto loro. Quindi, cosa c’entra oggi la lettera?

La coalizione Democrazia in Movimento, ovvero Rete e MDSI, non ci stanno a questo gioco dei sottintesi e dei messaggi trasversali. Così, nella conferenza stampa odierna per analizzare il voto e specificare ulteriormente che non daranno indicazioni per il ballottaggio, puntano di nuovo il dito su Grandoni. “A chi giova? – chiede retoricamente Pedini Amati – a chi dice di sostenere o a chi non sostiene?”

Come dire che se il cuore di Grandoni batte per la DC, i suoi affari battono per l’altra coalizione. Anche se i nomi sono stati cambiati.

 

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