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Chi vuole fermare la giustizia?

Nonostante il Decreto Reggenziale e l’inserimento nell’Ordine del giorno del Consiglio Straordinario della scorsa settimana, salta di nuovo la presa d’atto della nomina dei due giudici d’appello… e la Giustizia rimane impantanata.

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Ci deve essere davvero una motivazione forte se ancora una volta parte del Consiglio Grande e Generale ha fatto di tutto per far deragliare la presa d’atto dei due giudici d’appello. Nonostante il Decreto Reggenziale per lo scioglimento del Consiglio prevedesse espressamente che sarebbe stato convocato un Consiglio Straordinario per, tra le altre cose, portare a termine l’iter di reclutamento di due nuovi giudici d’appello, nonostante fosse stato calendarizzato nel Consiglio Straordinario come quarto punto all’ordine del giorno, anche questa volta, grazie anche all’ostruzionismo di qualcuno (già annunciato in comma Comunicazioni), si è voluto evitare di procedere con l’arruolamento di due giudici d’appello che in questa fase sarebbero fondamentali per il funzionamento della Giustizia.

Per questo crediamo che nulla sia casuale, che le strumentalizzazioni su questo tema dell’opposizione e di alcuni media non siano avvenute per caso e verrebbe quasi da pensare che le dichiarazioni di Gabriele Gatti su questo tema non siano proprio “sproloqui” (come lui stesso le ha definite).

Eppure di Giustizia in questo Paese ce n’è bisogno come dell’aria.

Non è solo RF che lo dice, ma lo dicono i professionisti del settore della giustizia e lo dicono i cittadini alcuni dei quali aspettano una sentenza da addirittura più di 10 anni.

Proprio di giudici d’appello ha bisogno il nostro Tribunale, come ha spiegato in più occasioni il suo Dirigente.

Sono MIGLIAIA i processi incagliati al secondo grado di giudizio, ovvero all’appello. Processi che rischiano di non arrivare mai a una sentenza definitiva.

Dunque cittadini e imprese non avranno mai giustizia.

Inoltre se consideriamo che a giorni si apriranno processi d’appello estremamente complessi e impegnativi per il Tribunale, come il Conto Mazzini, si capisce bene che la situazione dell’arretrato non potrà di certo migliorare.

La posizione di RF sul tema della Giustizia è molto chiara. Il Tribunale deve essere indipendente e deve essere anche efficace. Deve riuscire a dare le risposte in tempi brevi a cittadini e imprese. I processi non possono rimanere incagliati e devono chiudersi in un tempo ragionevole. Solo in questo modo possiamo cambiare la cultura di questo Paese e creare le condizioni affinché gli investitori considerino San Marino come un Paese affidabile.

Evidentemente c’è chi, al contrario di RF, preferisce un Paese diverso. Un Paese dove il Tribunale funzioni solo quando serve (a qualcuno). Un Paese dove le cause cadono in prescrizione. Un Paese in cui il Tribunale “va chiuso” (come dice qualcuno dell’opposizione).

Un Paese dove i rinviati a giudizio possono votare in Parlamento, per di più anche in Commissione Affari Giustizia, o dove condannati in primo grado o rinviati a giudizio pare possono ancora influenzare enormemente le scelte di certe parti politiche.

Repubblica Futura

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